mercoledì 23 agosto 2017

RECENSIONE: Peter Camenzind - Herman Hesse



SINOSSI: 
Peter abbandona poco più che ragazzo il paese natale per scoprire il mondo; impara a osservare con distacco gli esseri umani e arriva ad auspicare il ritorno a un mondo primordiale, pre-urbano.

Peter Camenzind rappresenta, a mio parare, ogni essere umano e - proprio per questo - egli ci mostra che la vita non è sempre perfetta e che, anzi, a volte ci regala un qualche tipo di felicità per poi strapparcela via in modo brusco ed inaspettato. E noi come il protagonista, quando ciò succede, non possiamo fare altro che stare lì a guardare allontanarsi da noi la nostra unica speranza, l'opportunità che ci è stata regalata per essere felici e, mentre ciò accade, cadiamo in un abisso profondo, via via sempre più buio e macabro, dal quale probabilmente ci rialzeremo ma che non supereremo mai.
Quando ciò accade, le nostre aspettative calano sempre di più e arriviamo col pensare che niente potrà mai più renderci di buon umore e contenti nell'aver ricevuto l'opportunità di questa vita. Quante volte l'abbiamo maledetta? Quante volte abbiamo desiderato di non averla tra le mani, questa cosa fragile e preziosa chiamata vita?
Con stupore mi accorsi che l'uomo si distingue dal resto della natura soprattutto per uno strato gelatinoso di menzogna che lo veste e lo protegge. In breve notai lo stesso fenomeno in tutti i miei conoscenti: conseguenza del fatto che ognuno è costretto a rappresentare un determinata figura, mentre nessuno conosce il proprio io. Con strani sentimenti trovai la stessa cosa in me steso e rinunciai al desiderio di esplorare il cuore del prossimo. Nella maggior parte la cosa più importante era la gelatina. La trovai infatti dappertutto, anche nei bambini che coscientemente o inconsapevoli recitano una parte piuttosto che manifestarsi nella loro spontaneità senza veli.
Molto spesso ci giriamo intorno e ci sentiamo estranei a tutto quello che ci circonda, lontani anni luce da ciò che stiamo facendo, e ogni volta pensiamo di essere gli unici a sentirci in questo modo e che l'unica persona che possa capirci realmente in realtà è solo la nostra persona. Questo libro, invece, ci fa capire che ciò non è reale ma che tutti, prima o poi, passiamo questo periodo, un periodo di isolamento continuo, di quesiti per il quale non troviamo risposte e di solitudine. Una solitudine che dal cervello si disperde in tutto il nostro corpo, chiudendosi intorno alla nostra gola impedendoci di respirare e riempiendo il nostro cuore rendendolo di un colore grigio e desolato. Ed è qui che entrano in gioco i libri, le parole. Perché Peter Camenzind non è solo una storia, è una biografia, è una speranza. E' quella luce infondo al tunnel che fatichiamo a trovare ogni qualvolta ci addentriamo in un posto oscuro per il quale pensiamo non ci sia via d'uscita.

Herman Hesse ci insegna che ogni qualvolta abbiamo un problema oppure paura di qualcosa, con il tempo tutto si aggiusta. Moltissime volte non nel migliore dei modi, certo, ma si aggiusta, si ripara. E in quei momenti torniamo a respirare, i nostri polmoni si liberano di quella polvere di solitudine e il nostro cuore si ricolora ed inizia a battere nuovamente con un ritmo incessante, per farci capire che siamo vivi e che ce lo meritiamo.
Ognuno di noi nella propria vita ha uno scopo e, per raggiungerlo, ci sono tantissimi ostacoli, e tanti non riusciremo a superarli, molti altri invece verranno raggirati, fatto sta che ogni volta, ogni momento, lo supereremo e, anche se per poco tempo, ci goderemo il tempo che ci è stato dato, per ripensarci nei momenti bui, per avere una fune alla quale aggrapparci al momento della caduta. Per risalire dall'abisso.

Questo romanzo non finisce con un lieto fine o con un vissero tutti felici e contenti. Si conclude in un modo veritiero, in modo reale: con i pensieri rivolti al passato e il corpo rivolto al futuro. E, con quel modo, riesce a darci una visione della vita del tutto diversa. Una speranza.

17 commenti:

  1. Sembra carino, anche se non sono d'accordo che le cose col tempo si aggiustato. Perché o sei tu ad aggiustarle oppure con il tempo impari a conviverci, ma non si aggiusteranno mai da sole (questo è un mio pensiero eh)😘❤

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono modi di pensare, in parte sono anche d'accordo con te, ma penso che quando qualcuno non ha la forza di cambiare qualcosa il tempo lo aiuto a farlo.

      Elimina
  2. Devo leggere assolutamente qualche titolo di quest'autore !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Te lo consiglio con tutto il cuore, è perfetto soprattutto per gli adolescenti in quanto si sentono spesso soli ed abbandonati.

      Elimina
  3. Non avevo mai sentito parlare di questo libro, a volte le recensioni sono davvero utili come in questo caso!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo, spero di averti invogliata a recuperarlo.

      Elimina
  4. Bella recensione ma questo libro non è proprio nel mio genere!

    RispondiElimina