lunedì 6 marzo 2017

RECENSIONE: Ma le stelle quante sono - Giulia Carcasi



TRAMA:
8.00 EUR
135 pp
8.00 EUR
97 pp
C'è una generazione fatta di sms, gavettoni, crèpes alla nutella, professori frustrati; c'è la voglia di essere ascoltati e di giudicare la vita, gli adulti, l'ingiustizia. Ci sono Carlo e Alice: stessa classe e, a volte, stesso banco. Lui è meravigliosamente imbranato, senza modelli da incarnare, senza maschere. Lei si sente diversa, non omologata, è uno spirito critico e, al contempo, una sognatrice. Il loro cuore è ancora poco addestrato, bravissimo a sbagliare. E così Alice casca tra le braccia di Giorgio, nascosto e intrigante. Carlo si lascia sedurre da Ludovica, la classica ragazza facile che sa il fatto suo. Diciotto anni. Due ragazzi si affacciano su un mondo adulto che capiscono poco, tanto più se la scuola, la famiglia e gli amici si mettono di mezzo... "Ma le stelle quante sono" è un romanzo senza peli sulla lingua, schietto, diretto, una freccia che va dritta al bersaglio. Una partita di ping-pong sentimentale. Con una bella ventata di romanticismo. Un libro a due facce. A due sessi. A due voci. Per un amore solo.
Ultimamente ho bisogno di storie d'amore e, Ma le stelle quante sono, è inevitabilmente una di queste.
Alice e Carlo sono due ragazzi della stessa classe che frequentano il terzo liceo e si stanno avvicinando agli esami della maturità. Alice è diversa da tutte le sue compagne di classe, si rifugia nei libri, nelle poesie o, più generalmente, nelle poesie. Anche Carlo è diverso dai suoi compagni, in quanto definito un po' lo sfigato del gruppo, della classe.
Durante il romanzo, entrambi si evolveranno, entrambi cambieranno; in particolar modo Carlo, in quanto, tramite una magia, deciderà di non essere più lo sfigato, colui che viene soprannominato secchione, ma di uniformarsi agli altri, di nascondersi dietro di loro.

Un tempo mi avrebbe dato fastidio essere "sufficiente", mi suonava come una parolaccia, come dire, sei uno dei tanti.
Adesso non mi va più di stare in cima da solo.
Meglio a terra con gli altri.
Mi piace confondermi con "gli altri".
Sono un buono scudo. E una buona scusa.

Ogni adolescente, molto spesso, si sente perso, impaurito, ma soprattutto, solo. Tutto ciò che accade intorno a lui è quasi sempre per un motivo negativo, per qualcosa che è andato male. E, in particolar modo, a diciotto anni, dovresti 'distinguerti', o meglio, fare le cose come gli altri e, per questo, essere considerato figo o grande. A diciotto anni dovresti già aver avuto rapporti sessuali, fumato e drogato. E i due protagonisti del romanzo non sono affatto come tutti gli altri adolescenti, sono molto più complessi, molto più profondi. Molto più.. adulti quasi, in un mondo in cui gli adulti non vedono più i colori, ma solo il grigio.

Il libro è strutturato da, come penso sappiate un po' tutti, due punti di vista, che iniziano uno da un verso e uno da un altro. Personalmente, consiglio di leggere prima il punto di vista di Alice, e poi quello di Carlo, in quanto ho notato che quest'ultimo è davvero una parte complementare alla parte di Alice.
Entrambi i pov sono scritti in prima persona e riescono ad intrecciarsi magnificamente tra loro.
Ad essere sinceri, ho preferito la parte di Carlo, in quanto l'ho sentita più profonda, più reale. 
Ho davvero percepito i suoi sentimenti, le sue paure, i suoi pensieri e le sue scelte, ma soprattutto ho preferito la sua parte psicologica, in quanto si comprendono molto di più i suoi problemi e le sue motivazioni. Ho trovato la parte di Alice un po' più superficiale, infatti, pur avendo molti problemi - sia in famiglia che non - è come se Alice ci fosse dentro ma non li affrontasse al meglio, anche se mi sono rispecchiata in alcuni punti a questa protagonista. Carlo, invece, preferisce confondersi con le persone, avere una banda - che definisce come uno scudo - per sentirsi figo, all'altezza degli altri. Proprio per questo si affiderà ad una "magia", o meglio, alla droga. Inizia anche a cambiare il suo stile, i suoi pensieri.. In poche parole, perde sé stesso per piacere agli altri, per uniformarsi. Inoltre ho adorato la parte romantica di questo personaggio, in quanto mi è piaciuto tantissimo il suo modo di pensare e fare le cose, la sua dolcezza in ogni piccolo gesto, il suo sguardo pieno d'ammirazione ed amore nei confronti di Alice, di come lui diventi modellabile tra le sue dita.
Anche se, per entrambi, ho trovato che la storia fosse molto ma molto frettolosa: dopo pochissime pagine, infatti, si vengono a creare già storie con persone che il lettore non conosce perfettamente e che, quindi, si ritrova spaesato e abbastanza confuso.

Lo stile dell'autrice somiglia molto a quello della D'Urbano o anche della Mazzantini, in quanto molto crudo e, spesso, contenenti parolacce o imprecazioni. Il linguaggio è molto diretto ed aperto al lettore, si cerca, infatti, di comunicargli qualcosa. Di dirgli di vivere, di sentire davvero ciò che gli accade, di amare la vita nonostante tutto. Di piangere, urlare, incazzarsi, sbraitare, mandare a quel paese i professori... Di fare qualsiasi cosa, perché noi siamo gli artefici della nostra vita, e noi scegliamo in che modo essere felici.

Il titolo è dovuto ad una domanda che la protagonista, Alice, si pone nel corso del libro: Ma le stelle quante sono? E alla quale saprà rispondere solo nel momento in cui troverà l'amore vero, il tassello mancante. Perché, grazie all'amore, siamo tutti invincibili, ed anche contare le stelle non ci sembra così complicato.

Riprendo il mazzo di rose, le stringo forte al petto. Non importa se domani mi ritroverò qualche spina nelle dita, qualche scheggia nel cuore.
Voglio vivermi.

Un romanzo d'impatto, attraverso cui la scrittrice accompagna il lettore all'interno della vita e lo aiuta a superare le diverse difficoltà che quest'ultima ci pone, soprattutto grazie all'amore. Un inno alla diversità. Un inno alla vita.
(e mezzo)

4 commenti:

  1. Ciao! Questo romanzo andava molto, molto di moda quando io frequentavo il liceo...ma non l'ho mai letto! Che dici, forse è giunto il momento??

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    1. Se non ti spaventano le storie tipicamente adolescenziali, allora direi proprio di sì!

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  2. Io amo la Carcasi ed ho letto tutti i suoi romanzi. Ha uno stile semplice, ma efficace e lo dimostra ancora di più in "Io sono di legno", se non lo hai letto te lo consiglio assolutamente :)

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    1. "Ma le stelle quante sono" è il primo libro che ho letto dell'autrice, "Io sono di legno" è in WL da un po' e dopo questo consiglio sono certa che lo prenderò il prima possibile. Grazie mille!

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