lunedì 18 luglio 2022

La vera storia del pirata Long John Silver - Björn Larsson || RECENSIONE

TRAMA

Ci sono libri che danno pura gioia. È quel che capita con il romanzo di Larsson: ci ritroviamo adulti a leggere una storia di pirati con lo stesso gusto dell'infanzia, riscoprendo quella capacità di sognare che ci davano i porti affollati di vascelli, le taverne fumose, i tesori, gli arrembaggi, le tempeste improvvise e le insidie delle bonacce. Chi racconta in prima persona è Long John Silver, il terribile pirata con una gamba sola dell'"Isola del Tesoro", fatto sparire da Stevenson nel nulla per riapparirci ora vivo e ricco nel 1742 in Madagascar, intento a scrivere le sue memorie. E non è solo a quell'"e poi"? che ci veniva sempre da chiedere alla fine delle storie che risponde Larsson, è al prima, al durante, al dietro.


Prima di iniziare con la recensione, volevo dirvi di stare attenti ad iniziare questo libro. Sì, perché la storia che leggerete non è una semplice storia, ma è un racconto di una vita che vi ipnotizzerà fino a quando non sarete arrivati all'ultima parola. Vi immergerete tra le pagine bevendo ogni singola lettera per poter riuscire a vivere le avventure che vengono descritte. Vi ritroverete stesi tra la sabbia a bere boccali di rum fino ad avere il voltastomaco, avrete orecchie per ascoltare splendide storie, ballerete grazie ai musicisti sulle navi, sentirete il vento scompigliarvi i capelli e avrete estrema paura della tempesta che potrebbe spazzarvi via. Tutti i suoni, tutti gli odori, tutte le paure, sarà tutto vostro, lo vivrete e lo assaporerete come se foste davvero lì. Quindi, ripeto, attenzione ad iniziare questo libro, perché poi non potrete più farne a meno.

Ho comprato questo volume un paio di anni fa, promettendomi che lo avrei letto in estate per potermi permettere di vivere un'avventura marina ed essere trasportata pienamente nella storia. Eppure, non mi sarei mai aspettata di trovarmi davanti ad un'opera simile. 

Larsson ha una scrittura davvero ipnotica, che riesce davvero a far immedesimare il lettore in ogni cosa che scrive. Inoltre, credo che sia davvero riuscito a comprendere l'anima di John Silver perché per tutto il corso del libro non crederete mai che sia qualcuno a scrivere al di fuori di lui. Sembra quasi che Silver abbia dettato a Larsson cosa scrivere sulle pagine, e che quest'ultimo sia stato un semplice burattino manipolato a fare quello che gli ordina il temuto pirata da una gamba sola.

Mi sono approcciata pensando che avrei letto una storia avventurosa, scorrevole, ma nulla di più. Invece non è affatto solo questo. È una storia di avventura, certo, ma è anche una storia di libertà, di desiderio, di introspezione. È la storia di una vita, quella di un essere umano, ma non un essere umano semplice, un uomo che desidera vivere nel modo più libero possibile potendo fare quello che desidera e, soprattutto, un uomo che non vuole scomparire dopo la sua morte ma essere ricordato per quello che realmente è, per far sì che la sua vita non sia stata vana. 

Questo libro è un vero e proprio inno alla vita. È un lungo flusso di coscienza dove il pirata che tanto spaventa nell'"Isola del tesoro" qui non è affatto spaventoso, ma semplicemente umano. Non si può fare a meno di empatizzare con lui e con quello che prova, giustificando tutto quello che ha fatto perché l'ha fatto per essere vivo e libero, e per nient'altro. E chi, nel corso della propria vita, non desidera essere libero? Poter fare tutto quello che desidera, arrivare alla fine per poter riuscire a dire "questa vita me la sono proprio goduta"? E dobbiamo dire che in pochi ce la fanno davvero, eppure Silver fino alla fine non smette di essere se stesso, di mostrarsi come la semplice persona che è, senza veli e senza bugie (o almeno, è quello che vuole farci credere! Non dimentichiamo che tra i principi di John Silver non c'è la verità). È un essere umano che ha un solo comandamento: prima la libertà e John Silver e poi tutto il resto. Ed è l'unico comandamento che segue, fino all'ultimo respiro. 

Di certo non troverete lo stesso personaggio che si trova ne "L'isola del tesoro" di Stevenson, ma un uomo
più riflessivo che scrive le proprie memorie per poter ricordare tutto quello che ha fatto nel corso della sua vita, e lo fa quasi con malinconia, con tristezza ma anche con un po' di orgoglio per essere riuscito a fare tutto quello che desiderava senza smettere di essere se stesso. Spesso troverete dei lunghi monologhi in cui cerca di ragionare su tutto per capire se possa essere in grado di pentirsi di quello che ha fatto, oppure ragiona sulle persone che ha incontrato. Inoltre, credo sia meraviglioso vedere la differenza tra il modo in cui viene descritto nell'opera originale dove viene raccontato da occhi diversi e il modo in cui viene fatto qui, da lui stesso. Ci sono due immagini completamente diverse, e qui si riesce a capire chi è realmente Long John Silver e che fine ha fatto davvero. 

Nella trama viene detto "ci sono libri che danno pura gioia", eppure io credo che questo non faccia parte di quei libri, perché non dà gioia, bensì pensieri su pensieri. Durante tutto il corso della lettura mi sono chiesta: cosa dovrei fare io, per riuscire a vivere la mia vita? Quale comandamento devo scegliere, per me stessa? Ci sto ancora pensando, ma spero di trovarlo. Proprio come ha fatto John Silver. 

"È stato un bel racconto. Ora lascia che il vecchio Silver ti dia un buon consiglio. Impara a raccontare storie. Impara a inventare e a mentire. Te la caverai sempre. Restar muto e non avere risposte è la cosa peggiore che possa capitare a un uomo. Sempre che tu voglia diventare un uomo, si capisce. Altrimenti non importa."

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