venerdì 10 novembre 2017

RECENSIONE: Norwegian wood - Haruki Murakami

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TRAMA
Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.
Appena concluso questo libro, e a tratti anche durante la lettura, ho sentito proprio il bisogno di parlare di questa storia con qualcuno, delle emozioni e dei pensieri che mi suscitava. Ed ora, avendolo finito, posso finalmente farlo.
Vorrei premettere che penso che questo romanzo sia arrivato nel momento perfetto, e che quindi mi ha di conseguenza lasciato delle emozioni coerenti con il mio stato d'animo e mi ha dato modo di sentirmi compresa e aiutata. Vorrei anche dire che non reputo questo libro perfetto o da leggere assolutamente, soprattutto per alcune scene che, per una mia opinione personale, sarebbero potute essere tagliate per rendere la storia più scorrevole e piacevole al lettore. Fatto sta che è riuscito a tenermi compagnia e a darmi una mano ad uscire dal tunnel in un periodo dove mi sentivo persa nel buio più totale.

Vi consiglio di non pensare alla trama che è scritta sul retro, in quanto mostra questa storia come una storia molto superficiale e che tratta semplicemente della confusione amorosa del protagonista verso due donne, Naoko e Midori. In realtà, è molto più di questo. Norwegian wood ci narra di solitudine, di morte e di speranza, una speranza che molte volte ci abbandona ma che in realtà è solo un po' nascosta, e tocca a noi trovarla e non perderla di nuovo.
Una cosa che però quelle righe sul retro della copertina ci dicono giusto è che questo libro somiglia molto a Il giovane Holden di Salinger, in quanto ha quello stesso stile molto tranquillo, come se il lettore stesse chiacchierando con l'autore e non leggendo una sua opera. Murakami, infatti, ha uno stile di scrittura molto tranquillo ma, allo stesso tempo, lo definirei quasi poetico, anche se sempre scorrevole e semplice.
All'inizio della storia incontriamo un Watabe adulto in un aeroporto, il quale, ascoltando Norwegian Wood nella radio inizia a ricordare e ad avere un lungo flashback che inizia dal suo incontro a diciotto anni con Naoko, il suo primo amore che, però, stava con il suo migliore amico Kizuki. Naoko, Watabe e Kizuki sono cresciuti insieme, ma vengono separati, tutti e tre, da un tragico evento che riguarda in particolar modo quest'ultimo e che cambia la vita di questi personaggi in modo profondo e radicale.
Watabe quindi ci racconterà della sua vita da quell'incontro, e di come questo avesse cambiato nuovamente il suo modo di vedere il mondo, sia all'esterno che all'interno dell'università, nel suo modo di rapportarsi con le persone e delle sue idee e dei suoi ideali.
Conosceremo meglio anche i due personaggi femminili che ci vengono presentati, anche se una in modo meno approfondito rispetto all'altro e avremo, ovviamente, anche altri personaggi abbastanza secondari ma che risulteranno comunque importanti.

I personaggi in generale li ho sentiti davvero reali e tridimensionali su una carta senza spessore. Watanabe, il nostro protagonista, è davvero molto simile al famoso Holden di Salinger (che viene anche citato spesso nel corso del libro): un po' menefreghista, solo e con una voglia di vivere la vita senza riuscirci davvero. Mi è abbastanza piaciuto come personaggio in quanto, come ho detto prima, l'ho sentito molto profondo e reale, quasi fosse un amico che mi raccontasse una storia.
Naoko, invece, non mi è affatto piaciuta. L'ho trovata un po' una bambina egoista e viziata, che mostrava il dolore che aveva provato solo per una questione di esibizionismo. L'avrei preferita a tratti più gentile, ad altri più empatica verso le persone che la circondavano.
I miei personaggi preferiti, però, rimangono Midori e Reiko - un personaggio che comparirà nel corso della storia e che mi ha davvero fatta impazzire per il suo modo di parlare ma, soprattutto, di pensare.

Ho, inoltre, adorato lo stile di scrittura di Murakami, che è riuscito a farmi apprezzare delle scene anche di quotidianità molto semplici che normalmente mi avrebbero annoiata. Avrei sinceramente preferito mene scene basate sul sesso o, comunque, i discorsi basati sull'amore principalmente carnale. In linea generale, comunque, è una storia che mi è davvero piaciuta e che prima o poi vorrei rileggere anche per vedere se riuscirà a regalarmi le stesse emozioni e a farmi avere gli stessi pensieri che ho avuto durante la prima lettura. Nel frattempo, cercherò di recuperare altro di questo autore per conoscerlo meglio ed approfondirlo sotto vari aspetti.

In particolar modo, consiglio questo libro a tutti gli adolescenti, o comunque a coloro che almeno una volta nella vita si sono sentiti persi dopo la perdita di qualcuno.  Per ricordare che c'è sempre la luce alla fine di un tunnel buio. 

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