ho guardato dentro me stessa e ho visto ciò che mi piacerebbe essere, ciò che mi lacera dall’interno per riuscire ad uscire, ma non ci riesce mai per i troppi ostacoli che il mio corpo stesso decide di porre ai miei obiettivi, alle mie speranze, ai miei sogni e desideri.
ho guardato dentro me stessa e ho capito tante cose, da quello che ho bisogno a tutto quello che credo di meritare, e che non riesco mai a ricevere da chi decide di darmelo, sempre per paura di non meritarmelo per davvero.
ho scavato sempre più a fondo, ho guardato in ogni angolo, ho spolverato ogni centimetro e ho tirato a lucido tutte le finestre, per illuminare me stessa in ogni spazio che mi è stato possibile.
ho disegnato sulle pareti, ho scritto sugli spigoli, e ho colorato sui colori che c’erano prima, anche diversamente, anche se più scuri, ma ho reso il tutto più mio.
ho guardato dentro me stessa per cambiarmi, per attivare le emozioni positive e spegnere quelle negative, per riuscire ad abbracciare qualcuno anche quando non vuole, a leggere un libro anche quando non ci riesco.
ho fatto tanto spazio, sono salita e scesa tra i piani delle mie emozioni e ho ordinato seguendo il metodo kommari, ho preso tutto ciò che avevo in doppione, tutte le emozioni che mi appesantivano, tutte le persone che mi hanno fatta del male, e ho messo tutto in una busta nera enorme, facendo un grande fiocco e portandolo all’esterno di me stessa.
ho guardato attraverso i miei occhi, le mie mani, i miei capelli e tutta la mia pelle.
ho creato ascensori e ho smesso di farle funzionare, per poter salire a piedi tutte le scale dipinte di oro che ho posizionato nel mio castello interiore.
ho messo tende e le ho strappate; ho scritto lettere e le ho bruciate; ho fatto un falò e ho tolto tutto il casino intorno a me, ma ho anche mangiato una pizza lasciando il cartone a terra di fianco alla tv, ancora accesa con il telefilm che stavo guardando.
ho guardato dentro me stessa per scoprirmi, strato dopo strato, colore dopo colore, e ora sto cercando di farmi guardare dagli altri, sto correndo su una lunga strada alla ricerca della fine. la fine di quello che sono, o meglio, la realtà di ciò che credo di essere.
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