lunedì 6 luglio 2020

Ballata dell'usignolo e del serpente - Suzanne Collins || RECENSIONE


TRAMA:
Il mondo di Panem sessantaquattro anni prima degli eventi che hanno visto protagonista Katniss Everdeen. Tutto ha inizio la mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games...L'ambizione lo nutre. La competizione lo guida. 
Ma il potere ha un prezzo.

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.

Hunger Games è stata, insieme a Divergent, tra le prime saghe che io abbia mai letto, e oserei dire addirittura tra i primi libri in assoluto. Ricordo ancora quando leggevo i libri sul mio vecchio samsung nel sedile posteriore della macchina dei miei genitori, o quando vidi il libro cartaceo per la prima volta affianco alla cassa di un vecchio negozio che frequentavo. Quanto desideravo averlo! Trasformare quelle parole dal telefono che mi davano problemi alla vista e alla testa a parole su carta, accompagnate dal profumo che sprigionavano quelle pagine e quelle copertine che mi sembravano tanto colorate nonostante la storia cupa che veniva narrata. E poi, vedere l'ultimo film al cinema con le mie amiche, commentando tutto quello che c'era di diverso dal libro, iniziando così la mia "carriera" da lettrice.
Come avrai intuito, quindi, seppur a causa del tempo che, come delle forbici che recidono qualche foglio facilmente, mi ha lentamente fatto abbandonare molti dei ricordi della storia in sé per sé, sono molto affezionata a questa saga e, per questo motivo, non potevo fare a meno di acquistare questa storia, facendomi ritrasportare nell'emozione che provavo in quei momenti.
Ti dirò, in realtà sono venuta relativamente tardi a conoscenza dell'uscita di questo titolo ma, appena ho visto le pubblicità su tutto instagram, mi sono fiondata in libreria a comprarlo, aspettando la conclusione del mio diploma per poterlo finalmente iniziare, per potermi immergere nelle sue pagine. E così ho fatto.

Inizialmente, i primi capitoli, o comunque la prima parte della storia, non mi hanno convinta
moltissimo, anzi, a tratti mi sentivo quasi annoiata da alcune scelte e alcune parti, sperando che quindi finissero velocemente. Non essendomi neanche un po' informata sulla trama, inoltre, mi sono sentita spaesata, convinta prima di iniziarlo di trovarmi dinanzi ad una storia che riguardasse i protagonisti della trilogia principale, e non qualcosa del tutto diverso. Ovviamente, questo pensiero è stato subito smentito e mi sono trovata a leggere un prequel con il giovane Coriolanus Snow come protagonista il quale si trova a dover vivere la decima edizione degli Hunger Games, giochi che si stanno lentamente affermando sempre di più a Capitol City nati subito dopo la grande guerra che aveva devastato la città, lasciandola quasi nella miseria, una miseria che ancora attanaglia il protagonista della storia e che, a causa di questo, ritrova diversi problemi con i desideri che desidera raggiungere. 
Ma gli Snow si posano sempre in cima e, per questo motivo, nonostante diversi ostacoli che gli fanno quasi credere di aver perso la notorietà dovuta dal nome della sua famiglia, come ad esempio l'assegnazione del tributo più debole in quanto femmina e proveniente dal Distretto 12, riesce comunque ad uscire vincitore e a nascondere la realtà della sua vita.
Il problema era come rendere lo spettacolo più avvincente. A questo scopo, per la prima volta nella storia dei Giochi ai tributi sarebbero stati assegnati dei mentori. Per l’incarico erano stati selezionati ventiquattro tra gli studenti più brillanti all’ultimo anno di Accademia, ma i particolari erano ancora in fase di definizione. Si parlava di preparare ogni tributo a un’intervista personale, magari di dargli una ripulita a uso delle telecamere. Tutti concordavano sul fatto che, se gli Hunger Games dovevano continuare a esistere, era necessario che evolvessero in un’esperienza più profonda, e l’abbinamento dei giovani rampolli di Capitol City con i tributi dei distretti aveva incuriosito la gente.
I numeri delle pagine andavano avanti e mi trovavo sempre di più a storcere il naso dinanzi ad alcune scelte dell'antagonista principale nella trilogia che ha come protagonista Katniss. All'inizio, infatti, mi aspettavo cose molto diverse da lui, ma devo dire che alla fine mi ha sorpresa.
Reputo molto interessante la scoperta del punto di vista di Capitol City nei confronti dei giochi e come le cose possano sembrare diverse quando la voce a parlare è diversa da quella che si conosce. Per la capitale, infatti, i giochi sono fondamentali per mantenere l'equilibrio che tempo prima era stato distrutto a causa della guerra. Nell'animo umano c'è sempre una parte animalesca che preme e che desidera uscire per poter far soccombere gli altri alla propria volontà e per sopprimere questo desiderio c'è bisogno di ordine e di controllo, per equilibrare il caos. 
Il personaggio di Coriolanus, a sua volta, mi è piaciuto molto, e mi ha davvero intrigata la sua crescita mentale nel corso della storia. Un altro personaggio che mi ha davvero colpita e mi è piaciuto moltissimo è stato l'amico Seianus, un ragazzo davvero ingenuo ma che ho trovato adorabile, una sorta di controparte del protagonista, che proviene dai distretti e che reputa questi ultimi casa sua. Per questo motivo, il lettore si troverà sempre dinanzi ai diversi punti di vista e moltissime domande risorgeranno nella sua mente nei riguardi di ciò che accade. Inoltre, veniamo a conoscenza in modo più profondo di come il mondo di Panem sia arrivato a vivere quello che vediamo nella trilogia principale.

Un'altra caratteristica che mi è piaciuta, è stata la crescita dell'autrice, che in questo romanzo si è dimostrata molto più consapevole della sua scrittura e che ha fatto nascere una storia sicuramente più matura e maggiormente ricca di intrighi politici e di pensieri più profondi ed "adulti" rispetto alla storia di Katniss e Peeta, indirizzata molto di più ad un pubblico giovanile.
Questa storia sicuramente non è perfetta e non è fondamentale se vuole essere legata ai vecchi libri della Collins, ma è sicuramente piacevole e intrattiene il lettore accompagnandolo in questa storia lunga e che credo anche possa essere un'ottima base per una serie. Ritengo, infatti, che la conclusione, nonostante non credo sia un finale aperto, abbia comunque aperto moltissime porte per dei seguiti in futuro. Dei seguiti riguardante Snow e la sua scalata al potere.
Perché si sa, gli Snow si posano sempre in cima. E questo è tutto ciò che conta. 

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