Esistono dei libri che, a volte, sembrano scritti quasi appositamente per noi. Quei titoli che ci attraggono e si legano a noi senza volerci lasciarci andare, impedendoci di riuscire ad esprimere il nostro parere su di essi. Lacci, per me, è uno di quei titoli.
E' su questa frase che si incentra tutto il libro, una frase che potrebbe sembrare quasi paradossale, in quanto sembra incredibile che, a volte, la morte di qualcuno possa (ri)portare la vita a qualcun altro. Dopo un brutto incidente con i suoi amici, i genitori di Simon Limbres vengono informati della morte del loro bambino. Il loro bambino di diciannove anni, che avrebbe dovuto vivere la sua vita ancora per molto, prendendosi cura della sua sorellina Lou, continuando ad uscire con la sua fidanzata Juliette e stando con i suoi genitori e i suoi amici, continuare la sua passione del surf, i suoi hobby e realizzare i suoi desideri. Dopo questa notizia, i due genitori inizieranno ad incolparsi a vicenda, a parlare di quello che sarebbe potuto succedere se... Ma che, ormai, non accadrà mai. Perché, si sa, quando le persone non riescono a trovare un senso a qualcosa, iniziano a cercarlo e se non riescono a trovarlo, incolpano sé stessi creando scenari immaginari, scelte e convinzioni diverse. In parallelo a ciò, invece, la speranza di una donna può riprendere ad alimentarsi. C'è un cuore per lei, un cuore che può farle continuare a vivere la sua vita, darle l'opportunità di seguire ancora i suoi tre figli, mangiare con sua madre la domenica e tradurre libri inviati dagli editori. E, con lei, altri pazienti potranno ricevere reni, polmoni ed organi fondamentali per continuare la propria vita. Vita, una parola che, ormai, sarà sconosciuta per Simon, un ragazzo con tante ambizioni che, però, è riuscito a dare speranza e felicità ad altre persone e ad altre famiglie, distruggendo, però, la sua.
Un autore che si incentra molto sull'impatto con la scrittura, riempiendo le frasi di virgole e omettendo le virgolette durante i dialoghi. Tutta la narrazione scorre velocemente, come se stessimo rincorrendo un obiettivo che ci rende quasi schiavi, che ci riduce ad una forte ansia, ad un grande bisogno di conoscere. Un autore che trasforma la morte in vita, facendolo, però, in un modo del tutto sincero. Nel modo più doloroso possibile.
Ho conosciuto questi due libri grazie al tuo blog e mi avevano incuriosito molto, ed ora sono ancora più convinta di leggerli. Li metto subito in wish list! :)
RispondiEliminaNe sono molto felice, spero possano piacerti!
EliminaGrazie mille, appena tornerò a casa farò tutto ciò che il post richiede. Un bacio.
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