mercoledì 11 dicembre 2019

L'abito di piume - B. Yoshimoto || RECENSIONE

TRAMA:
Hotaru torna nel paese natale, un piccolo borgo tranquillo attraversato da un fiume, per dimenticare le sue pene d’amore. Era andata ad abitare a Tokyo dove per otto anni aveva vissuto una relazione sentimentale con un uomo sposato, un fotografo sempre impegnato nel lavoro che inaspettatamente l’abbandona. Il ritorno di Hotaru è un ritorno all’infanzia, un modo per ritrovare pace e serenità tra gli amici e l’affetto della nonna. La madre è morta e il padre, un famoso psicologo, è in viaggio in California. Hotaru trascorre le giornate aiutando la nonna nel suo caffè dall’atmosfera intima e familiare. Rivede luoghi e persone del passato, soprattutto la sua vecchia amica Rumi, dotata di una speciale capacità di intuire ciò che si nasconde nell’animo delle persone. Un giorno, dopo una passeggiata lungo le sponde del fiume, Hotaru incontra Mitsuru, un ragazzo che le lascia una strana sensazione di déjà vu.Il titolo originale del romanzo, Hagoromo (letteralmente “abito di piume”), indica un particolare tipo di kimono leggerissimo che le tennyo, figure mitologiche dalle sembianze di donne-angelo, indossano per volare tra il mondo terreno e l’aldilà. Guarita dal dolore, Hotaru può indossare il suo “abito di piume” per librarsi in volo verso la vita, rinfrancata e “leggera”, riappropriandosi finalmente della sua gioventù e dei suoi sentimenti.
Nei ringraziamenti, l'autrice scrive: "Non credo sia un romanzo strepitoso, il contenuto poi non è un gran che, qua e là però ci sono dei passaggi che mi piacciono molto.". Non posso fare altro che essere d'accordo. In questa frase c'è il riassunto di quasi centotrenta pagine.
Attenzione, però! Questo non significa che questo sia un libro brutto, o che si possa dare per scontato, anzi, questo libro che ha le vibes di una favola un po' particolare riesce a regalare emozioni che difficilmente troverete in un libro del genere.

Questo è il mio primo libro di quest'autrice tanto acclamata e, anche se avrei voluto iniziare da Kitchen, mi sono fatta abbindolare dal titolo e dalla copertina in un mercatino dell'usato, e l'ho preso senza pensarci troppo.
L'abito di piume narra la storia di Hotaru, una ragazza di ventisei anni, che dopo essere stata lasciata dal suo fidanzato a Tokyo che le aveva rubato la sua intera adolescenza, decide di tornare nel suo paese natale per cercare di ricominciare e riuscire ad essere la persona che era un tempo, in modo tale da ritornare nella sua casa avendo dimenticato quell'uomo.
A Tokyo ogni posto parla di lui, addirittura la casa dove vive le è stata regalata da quell'uomo che troppo tardi ha capito di voler rimanere con la sua vera famiglia.

Hotaru allora parte, nella speranza di ritrovare tranquillità e spensieratezza nel borgo tranquillo dove è nata. Appena arrivata lì, riscopre la magia del fiume che attraversa quest'ultimo e che rende speciale la vita di ogni persona, trasformandola in qualcosa di surreale.
Come prima cosa, inizia a lavorare nel caffè di sua nonna, famoso proprio per l'aroma speciale di quella bevanda amata da suo nonno ormai defunto, e per il cheescake, una torta speciale che attirava persone nonostante l'arredamento anonimo e confusionario.
Torna, inoltre, ad avere contatti con una sua vecchia amica (una sorta di sorella), Rumi, con la quale riscoprirà il piacere di quel posto e ricorderà la sua infanzia non spensierata ma certamente più tranquilla del periodo che sta vivendo adesso.
Un giorno, però, accadrà qualcosa di strano, particolare, guardando un ragazzo camminare sull'altra sponda del fiume. Sentirà come una sorta di deja-vu, e in un paesino ricco di stranezze e veggenti, cercherà di capire chi sia quell'uomo e come lei si ricordi di lui.

La storia quindi si basa su questo piccolo mistero dal finale dolcissimo, e sulla rinascita della protagonista, un riscatto nei confronti dell'amore e della vita.

"Così facendo, mi dimenticavo sempre di più.
Delle sofferenze passate, della sensazioe che la vista mi si fosse annebbiata per la tristezza in cuiera immerso il mio appartamento, delle lacrime che avevo praticamente vomitato. 
Sentivo che il mio corpo se ne liberava giorno dopo giorno. Certo, mi capitava di avere ancora qualche cristi improvvisa, i ricordi mi ripiombavano addosso e le gambe non mi reggevano più, ma la frequenza con cui ciò accadeva diminuiva a vista d'occhio. 
[...] Era come se la corrente del fiume mi avesse portata lontano, se anche fossi voluta tornare indietro, ormai non sarei più riuscita nemmeno ad afferrare la coda di quelle sensazioni." 

Penso sia una lettura perfetta per il periodo di fine anno, molto veloce e poco impegnativa, ma con tantissimi insegnamenti.
Per ricordare a chiunque che tutto è possibile, e come la magia del fiume circonda queste persone, noi siamo circondati (ora come ora) dalla magia del natale.

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