Informazioni edizione: Feltrinelli, brossura 187 pagine €8.50 |
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Quando perdi tutto ciò che ha sempre caratterizzato la tua vita, è davvero fondamentale vivere? E' fondamentale nonostante tu ti senta sola, abbandonata, lasciata sul ciglio della strada ad aspettare che qualcuno ti prenda da lì e ti porti al sicuro?
E quando non hai più niente da perdere, è fondamentale preoccuparsi di fare cose mai fatte dieci minuti al giorno, per un mese?
E' così che questo libro ci viene presentato, una sfida posta a Chiara - la protagonista - dalla sua psicologa: giocare per riavere indietro la sua vita. E Chiara accetterà, scrivendo ogni giorno nel suo diario cosa ha sperimentato quella giornata. Dal mettere uno smalto fluorescente al ballare l'hip hop seguendo un tutorial su youtube, dal cucinare pancake e tiramisù al proporre ad un vecchio amico di baciarla, dall'invitare 89 persone a casa sua per festeggiare il Natale ad avere delle lezioni di guida da Suo Marito, che un anno prima l'ha lasciata attraverso una telefonata. Sono queste alcune delle sfide che si propone la protagonista. Grazie ad esse, riuscirà a conoscere davvero i suoi amici, sua madre, a scoprire se stessa. Riuscirà a non dire sempre e solo "io sto.." ma anche "e a te, come va?".
"E a che serve questo gioco dei 10 minuti?"Mi sono ritrovata davanti a un libro scorrevole, con un linguaggio semplice e piacevole, con un'idea di fondo molto interessante ma con fin troppe ripetizioni. In ogni capitolo - composto da una pagina di diario - la protagonista continuerà a ripetere quanto Suo Marito le manchi e come le loro anime rimanghino sempre e comunque unite, anche se lui preferisce andare in giro per il mondo con altre ragazze anzichè stare con lei.
"Boh,la dottoressa non me l'ha spiegato.Credo serva fondamentalmente a impegnarmi la testa,a riempire il vuoto e a fare ordine nella confusione che mi ritrovo al posto della vita"
Chiara si ritroverà catapultata da un giorno all'altro in una nuova vita, dimenticando chi fosse prima, senza però dispiacersene.
Grazie a questo gioco riuscirà a vedere oltre a ciò che vedeva prima, noterà il Cinese, il mercatino, la pescheria, il negozio del cucito e molti altri negozi sulla quale non si era mai soffermata ma che si sono sempre trovati a un passo da lei. Capirà il lavoro di sua madre, della quale non sapeva assolutamente nulla e vedrà sul suo viso la soddisfazione nel parlarne; vivrà ogni fine settimana con Ato, un diciottenne che conobbe nel Paese dei Ragazzi e, più di ogni altra cosa, riuscirà a rispondere a delle domande per le quali non aveva mai cercato delle risposte.
Se la razza di persone che non sopporto e che brulica in questo quartiere fosse un pretesto per la paura che mi fa,questo quartiere?Consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono una lettura leggera - attenti alle ripetizioni -, anche a coloro che hanno un po' paura di buttarsi in qualcosa, quando in realtà è quella l'unica cosa che si deve fare nella vita, buttarsi, saltare. E aspettare l'atterraggio.
Se la razza di quelle persone non brulicasse in questo quartiere,ma brulicasse nel mondo,in generale,e se dunque anche la paura che mi fa questo quartiere fosse un pretesto che mi fa,in generale,il mondo?
Se la razza di quelle persone,insomma,non esistesse?
Ma esistesse solo l'Io,esistessi solo io che ho bisogno di una razza di persone da detestare,per proteggermi da me?
3 stelline per questo romanzo ottimo per l'estate! |
E anche oggi e tutto, cari lettori. Buon giovedì!
Che bella recensione! Io ho "Per dieci minuti" nella libreria da quando l'ho preso con l'offerta della Feltrinelli, ma adesso mi ha fatto venire voglia di leggerlo.. mannaggiaaaa
RispondiEliminaGrazie mille!
EliminaSe lo leggerai, fammi sapere, sono curiosa di sapere cosa ne pensi! ♥